Scommessa vinta!
Non eravamo affatto sicuri che la visita ad un reparto dell’esercito avrebbe potuto interessare, oltre che gli accompagnatori, anche i nostri ragazzi e soprattutto le ragazze, ma abbiamo voluto fare questo esperimento, che è pienamente riuscito.
Il merito va principalmente al Comandante NIGRO, all’aiutante maggiore ed a tutto il personale del 1° Reggimento “ IDRA” che, dal momento dell’arrivo e per tutta la durata della visita, ci ha circondato di attenzioni, disponibilità a rispondere ad ogni nostra domanda ed a soddisfare ogni nostra richiesta.
La visita è iniziata scoprendo una cosa che pochi sanno, quel piccolo aeroporto è un posto storicamente importante perché, oltre 60 anni fa vi è nata L’AVIAZIONE DELL’ESERCITO.
E’ da quel posto che hanno preso vita i Reparti di Volo che attualmente forniscono gli elicotteri in tutte le missioni Internazionali di Pace alle quali l’Italia è chiamata ad operare.
Ci è stata mostrata l’attività del Reparto sia con filmati che passeggiando per gli hangars e qui abbiamo fatto la seconda inaspettata scoperta, la grande professionalità del personale che riesce a revisionare gli elicotteri disassemblandoli completamente, lavorarne tutti i complessivi e restituendo alla macchina una lunga e completa efficienza operativa.
Solo a titolo di giusto riconoscimento dell’attività del Reparto ricordiamo che il Reggimento supporta a livello nazionale tutti gli elicotteri AB206, AB212, AB 412, A 129, AB205.
Il saluto di commiato si è concluso con l’offerta dello Stemma Araldico del Reparto al Centro Diurno, che da domani troverà un posto d’onore in ufficio e con la distribuzione di posters e magliette molto graditi da tutti i ragazzi e ragazze.
E’ giusto concludere questi ricordi di una bella giornata ringraziando tutto il personale del 1° Reggimento”IDRA” per l’affetto che ci ha donato e formulare loro sempre maggiori glorie .
Mariano Bartolozzi
Nel pomeriggio ci siamo recati alla vicina Caldara di Manziana, che prende questo nome perché somigliante ad un grosso pentolone in ebollizione.
La Caldara occupa una depressione circolare, probabilmente un piccolo cratere, testimonianza attuale della antica presenza del Vulcano Sabatino che 600.000 anni fa occupava tutta la fossa tettonica compresa fra i dei Monti della Tolfa ed il Monte Soratte.
Nella caldara sono riconoscibili tre ambienti naturali distintivi:
Emissione di anidride solforosa che provoca il gorgogliare dell'acqua nella palude.
La zona centrale della caldara è occupata da una palude nella quale l'acqua gorgoglia in varie polle a seguito di emissioni gassose di anidride solforosa. La palude si è generata in quanto sul fondo della conca si è depositato nel tempo uno spesso strato di fanghi sulfurei di colore tra il bianco ed il giallo che essendo impermeabili trattengono l'acqua piovana o proveniente dai ruscelli circostanti.
Il fenomeno delle polle gorgoglianti è un classico esempio di vulcanismo secondario. L'acqua piovana, ovvero proveniente dalle falde freatiche, scende in profondità nelle fessure delle rocce sottostanti arricchendosi di minerali. Durante questo percorso, incontrando zone aventi una attività vulcanica residuale e quindi alte temperature, l’acqua si riscalda, tuttavia a causa dell’elevata pressione non può passare allo stato gassoso, ma essendo meno densa risale verso la superficie raffreddandosi parzialmente fino a circa 20 °C. Giunta in superficie l'acqua, ricca in particolare di composti minerali dello zolfo, incontra le acque di superficie, ricche di ossigeno, e da luogo ad una reazione chimica in cui lo zolfo si deposita liberando gas (anidride solforosa e anidride carbonica) che provocano il classico odore empireumatico che caratterizza tutte le acque solfuree quindi anche la caldara di Manziana e che fanno al tempo stesso gorgogliare l’acqua dando l’impressione che bolla.
La vegetazione della Caldara è principalmente costituita da macchia mediterranea e da querceti decidui. Tuttavia nella parte più esterna del bordo del cratere su un terreno argilloso è presente un boschetto di betulle bianche (Betula pendula). La presenza di questa specie, tipica dei territori nordici con clima freddo, risulta assai particolare a queste latitudini ed a soli 250 m di altitudine. Sulla origine di questo boschetto ci sono almeno due ipotesi: la prima è che le condizioni locali della caldara con il suo acquitrino, hanno creato un micro-clima favorevole alla sopravvivenza della betulla, residuo di un periodo post-glaciazione. Una seconda ipotesi è che il boschetto sia di origine artificiale, piantato nella zona nei secoli scorsi, e sopravvissuto grazie alle condizioni climatiche locali.
La caldara con la sua conformazione costituisce un ambiente ideale per la formazione della torba. Infatti la conca centrale tende a raccogliere l’acqua piovana che viene trattenuta a causa dei fanghi impermeabili che si trovano sul fondo. In questo ambiente la vegetazione che cresce sul terreno (tipicamente Graminacee) progressivamente si decompone accumulandosi sul terreno mentre sopra ne cresce di nuova. Il basso spessore dell’acqua e un ambiente privo do ossigeno inibiscono i batteri e favoriscono dei processi chimici che provocano un progressivo arricchimento di carbonio nel materiale vegetale sepolto, dando cosi origine alla torba.
(Tratto da Wikipedia)